Dal Diario come restammo a Santa Caterina fino al 1965

Dal Diario come restammo a Santa Caterina fino al 1965

Dal mio diario  personale. Siamo arrivati al 1943 e come già detto  eravamo in piena guerra, la Centrale veniva sistematicamente bombardata  ma il personale che ci lavorava non badava al pericolo per cui l’impianto  continuò a marciare anche quando una bomba colpì lo spigolo del quarto gruppo e parte della stazione di trasformazione. Quando finì la guerra ci furono i tempi duri della carestia ma anche allora i nostri familiari riuscirono a cavarsela, vuoi perché qualche pesce si pescava dal canale vuoi perché i contadini della zona quando gli si rompeva qualche attrezzo  venivano in Centrale per la riparazione visto che era in funzione un’officina e si sdebitavano portando generi  alimentari, qualcosa poi lo si procurava a borsa nera e il resto si prendeva con la famosa “tessera annonaria”. Comunque finiti i tempi durissimi si rincominciò a vivere. Mio padre già dal 1945 con la tessera della Confederazione Genera Italiana del Lavoro  era iscritto al Sindacato della F.I.D.A.E. (sindacato degli elettrici) e fu sempre attivo nella difesa dei diritti dei lavoratori. Quando poi andò in pensione e trasferì a Sant’Antioco creò sezione per il Sindacato  Pensionati  Elettrici e si prodigò per far ottenere pensioni a vedove o per accelerare l’erogazione delle stesse da parte dell’Istituto INPS, dato che in quel periodo le cose andavano per le lunghe. Inoltre si adoperò per far ottenere pensione a minatori che erano allora passati all’Enel dopo l’acquisizione delle miniere del Sulcis da parte della stessa. Se vi era da lottare non si tirava indietro era sicuramente un uomo onesto con le idee chiare. Partecipò anche a vari congressi con i dirigenti sindacali di Cagliari l’ultimo dei quali si svolse a Napoli fu proprio l’ultimo perché si ammalò e dopo qualche anno ci lasciò. Conservo ancora le lettere che mio padre inviava all’on.Mannironi e i registri dove erano segnati gli iscritti e le quote versate, era veramente un uomo molto preciso e ordinato. A volte stento a capire come potesse dedicarsi contemporaneamente a tante attività e svolgerle tutte nel migliore dei modi. Si consideri che otto ore della giornata erano il suo turno di lavoro in Centrale oltre al fatto di essere sempre reperibile nel caso in cui la Centrale fosse andata fuori servizio. Come Socio Fondatore gli fu affidata la gestione dello spaccio S.A.C.C.A.D.E.S. si trattava di una cooperativa di soci, riservata ai dipendenti della Centrale, senza scopo di lucro. I soci acquistavano la merce  e l’importo veniva segnato in un apposito registro poi ogni mese veniva operata una trattenuta dallo stipendio. Certo ci mise molto impegno  perché quando gli fu affidata il bilancio era in forte passivo ma con un buon controllo degli acquisti e delle vendite il bilancio in breve tempo ritornò in attivo. In cooperativa si vendeva, a periodi, anche il pesce della peschiera ovviamente a prezzo praticamente di costo. Ogni tanto organizzava lotterie, ne ricordo una in particolare, dove in palio vi era una bellissima bambola. L’ avrebbe vinta chi avesse trovato in un grande contenitore di caramelle quella contenente il premio non la vinsi ma ci lasciai il cuore. Delle vendite se ne occupava una commessa. Verso l’una si ritrovavano mio padre il Capo centrale il Sottocapo e altri dipendenti per l’aperitivo praticamente era diventata un punto d’incontro giornaliero. Inizialmente era ubicata in un piccolo locale accanto all’officina, successivamente fu trasferita in un locale nuovo più ampio. Nel 1947 assieme al Capo centrale organizzò la Polisportiva Electra di cui fu vice Presidente e poi Presidente,  gli atleti, cui non mancava l’entusiasmo, erano tutti dipendenti della Centrale e mieterono molti successi nelle varie discipline, dall’atletica al calcio. Verso la fine degli anni ’50 la Polisportiva Electra non gareggiò più, ma rimase simbolo di tante vittorie.

Ma le attività  mio padre erano molteplici tra le altre si occupò dell’asilo di San Giovanni Suergiu di cui era vice presidente e nel 1955 ricevette l’incarico di Presidente in attesa della nomina del nuovo parroco. Poiché era appassionato di sport per un certo periodo segui la squadra di San Giovanni Suergiu: Molipasta Brai, spesso la domenica lo accompagnavo al campo e seguivamo assieme la partita.Organizzò varie gite col personale della centrale. Una tra le prime fu a Chia ma ero piccola e non ricordo granché solo che buona parte dei gitanti soffrì il mal d’auto nelle curve e  infine arrivammo in una spiaggia bellissima. Organizzò anche altre gite col personale una a Laconi e Aritzo e una alla Centrale del Tirso. Insomma era un uomo infaticabile e si dedicava a varie attività con grande impegno e ottimi risultati. Per i 25 anni trascorsi nella Società ricevette la medaglia d’argento e quella d’oro per i 35 anni di servizio. Nel 1963 assieme ad altri dipendenti e dirigenti della Società Elettrica Sarda ricevette la medaglia d’oro per la fedeltà al lavoro e al progresso economico l’evento fu poi riportato nel Notiziario SES. Ormai dopo tanti anni di lavoro  quando la Società Elettrica Sarda era passata Enel nel 1964 fu messo a riposo e nel 1965 andammo via definitivamente da Santa Caterina e nello stesso anno anche la nostra Centrale fu definitivamente dismessa.

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