Società Elettrica Sarda, come l’elettricità arriva in Sardegna

La storia dell’illuminazione dell’isola

In questo racconto farò riferimento ad un articolo scritto dal prof. Francesco Alziator grande giornalista, letterato e conoscitore della storia e costumi sardi in occasione del mezzo secolo di attività della Società Elettrica Sarda. I’articolo si intitola “Luci sull’Isola”  e narra di come la storia dell’isola sia legata anche alla storia della sua illuminazione. Naturalmente passiamo dalla preistoria con i fuochi dei cavernicoli e le lucerne dei nuraghi, alle lampade dei cartaginesi di terra lavorata soppiantate poi dalle lampade romane di terra rossa che diventarono particolarmente numerose quando la bella Ate, in disgrazia di Nerone, ebbe in Sardegna in dono dall’Imperatore, forno e bottega di terre cotte. Nel medioevo le lunghe notti sarde furono vegliate dalle torri sui litorali. Inizia un’era di paure per le frequenti razzie saracene segnalate di vedetta in vedetta dalle torce della guardia costiera.  Per fortuna anche questo brutto periodo ebbe fine, la Sardegna  si risvegliò e finalmente, per la prima volta, una vera illuminazione pubblica rischiarò le città, che fino ad allora avevano avuto solo i lampioni delle ronde e le torce dei lacchè.

Società Elettrica Sarda, come l’elettricità arriva in Sardegna

Siamo nel 1823 quando iniziò l’illuminazione con lumi ad olio e, nel 1868 la Water and Gas Lymited Company impiantò i primi lampioni a gas che nel 1913 arrivarono alla bella cifra di seimila considerando anche quelli privati, Cagliari diventava più sicura ed erano possibili le passeggiate serali e notturne. Come spesso avviene anche l’elettricità in Sardegna arrivò dal mare. Nel 1881 per la prima volta i Cagliaritani videro l’illuminazione elettrica che sfavillava abbagliante , a bordo di una nave da guerra francese.

Fu un avvenimento importante per i Cagliaritani ma per un giovane professore della Facoltà di scienze Antonio Pacinotti, fu un motivo di grande sdegno perché capì che la nave si serviva per generare corrente di un apparecchio da lui inventato ma brevettato da un francese. Si recò a Parigi per rivendicare la sua invenzione, ebbe grande accoglienza, gli fu riconosciuta la priorità della scoperta ma non ci fu niente da fare per il brevetto e quindi ritornò a Cagliari ricco di gloria ma povero in quattrini visto che l’unico oro fu quello laccato della croce della Legion d’onore conferitagli dai francesi. Cagliari poté godere  con ritardo dei benefici dell’invenzione che aveva visto nascere  Infatti Antonio Pacinotti nel 1881 lasciò la Sardegna per Pisa dove gli fu affidata la cattedra di Fisica Tecnologica. La Sardegna come si sa era prevalentemente una regione mineraria ed infatti le prime apparecchiature elettriche appartengono all’industria mineraria. Nel 1883 la Monteponi illuminava un tratto della galleria di scolo e dopo sette anni i suoi impianti contavano più di quattrocento lampade e la cosa aveva del fantastico. Successivamente anche le altre società minerarie come la Montevecchio ed altre ebbero più o meno importanti apparecchiature elettriche. Le città invece erano ancora illuminate con i lampioni a gas ed ancora esisteva il mestiere de “su Lantioneri” (Lampionaio) che girava per la città col suo spolverino azzurro sporco, berretto con la visiera lucida e scala in spalla accendendo e spegnendo i lampioni. Il primo modesto impianto elettrico pubblico risalente al 1888, fu l’illuminazione del famoso Teatro Civico di Cagliari e fu veramente eccezionale vedere la bella sala rossa e oro illuminata da duecento lampadine pare sia stato il più bel teatro che la Sardegna abbia mai avuto. Successivamente  venne illuminato il Bastione di S. Remy. Però gli impianti non erano dei capolavori. La piccola centrale con i generatori situata accanto alla Torre dell’Elefante andava avanti con una macchina a vapore sostituita poi da due motori a gas povero e i ” lantioneris” diventarono elettricisti ma la continuità d’erogazione della corrente non era assicurata. per cui talvolta il buio calava improvvisamente nel Civico interrompendo le scene di un opera lirica. Dopo gli sfarzi cagliaritani del Civico e del Bastione, undici anni dopo Sassari illuminò il Palazzo della Provincia con impianto alimentato da un generatore di 30 HP.  Nello stesso anno la Regia Marina introdusse l’elettricità nella base di La Maddalena. erano iniziative sporadiche ma le Compagnie del Gas cercavano di migliorare i loro servizi perché oramai l’energia elettrica tendeva a prendere il sopravvento. Nel 1907 scadeva la convenzione che legava il Comune di Cagliari alla società inglese ” Cagliari Gas and Water Company” ma il Comune ormai padrone dell’azienda non si decise a sostituire definitivamente il vecchio sistema di illuminazione restando in arretrato rispetto a ai centri della penisola e qui entrò in scena la Società Elettrica Sarda che ristabilì gli equilibri e Cagliari ebbe nuovamente il suo prestigio con impianti elettrici importanti e moderni per quei tempi.

Le foto sono acquisite dal libro “Mezzo secolo della SES” pubblicazione interna della società S.E.S.

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