S. Caterina convivere con il fumo della Centrale

Fumo e salute degli abitanti di Santa Caterina

 

Essendo la Centrale costruita per utilizzare il carbone  della vicina miniera di Serbariu (Carbonia)  tale carbone essendo giovane conteneva molte scorie come zolfo silicati etc. ed ecco il perché di tanto fumo. Dai camini ovviamente fuoriusciva molto fumo nero e il polverino essendo un particolato pesante si depositava dappertutto, ma ciò che ci dava più fastidio era la zolfo (anidride solforosa) che ci si fermava in gola. Questo fatto non si verificava tutti i giorni diciamo che accadeva di tanto in tanto secondo la direzione del vento e ciò sopratutto perché i camini per sicurezza ( c’è la guerra) erano molto bassi. Nel 1950 grazie al piano degli aiuti per la ricostruzione (Piano Marshall) iniziò la ricostruzione del quarto gruppo e il potenziamento della centrale con la costruzione del quinto gruppo,  anche i camini vennero innalzati e i fumi non ci dettero più tanto fastidio. Il quinto gruppo essendo più moderno poteva bruciare anche altri carburanti tipo carbone inglese, di Cardiff, oppure nafta, infatti fu costruito davanti alla centrale un serbatoio per contenerla. Quando la Centrale marciava con la nafta invece che a carbone la qualità dell’aria migliorava sensibilmente.

S. Caterina convivere con il fumo della Centrale

 

Noi che abbiamo trascorso tanti anni a Santa Caterina consideravamo la Centrale un po’ come parte della nostra casa, se andava fuori servizio e sentivamo suonare la sirena, ci preoccupavamo. Alcuni hanno sostenuto che i fumi  della Centrale fossero i responsabili dell’alta percentuale di tubercolosi presente nel territorio di S. Antioco, mi sento di dissentire per una serie di motivi. Per prima cosa i venti non portavano i fumi della centrale verso S. Antioco in quanto il vento predominante il maestrale spira da nord-ovest e quindi non certo in direzione dell’isola, che invece andavano a finire nello stagno di Palmas cioè in mare aperto e una certa quantità si disperdeva nelle campagne circostanti data pesantezza del particolato. Ricordo che si parlava tanto dell’alta incidenza di t.b.c.  nella popolazione di S. Antioco i più maligni sostenevano che gli abitanti preferissero gli abiti al cibo. Penso invece che il periodo di carestia sia stato un fattore predisponente a tale malattia ed  inoltre essendovi traffico portuale, poteva essere facile il contagio. Gli unici fumi che allora vi erano a S. Antioco erano quelli dello stabilimento A.C.A.I. e delle locomotive. Ho fatto questa digressione perché se ciò che è stato sostenuto da alcuni fosse vero noi di S. Caterina e del circondario, visto che ai fumi eravamo esposti quotidianamente, avremmo dovuto essere tutti tisici e silicotici ma così non è stato, eravamo sani come pesci abbronzatissimi d’estate e durante l’inverno al massimo ci prendevamo qualche raffreddore nonostante spesso fossimo esposti alle intemperie. Non dimentichiamo che per andare a scuola, dovevamo percorrere a piedi, circa due km di viottoli, in aperta campagna e quando arrivavamo  a scuola magari fradici perché lungo il cammino ci eravamo presi un acquazzone, non ci aspettavano certo belle aule riscaldate ma ti dovevi tenere addosso abiti umidi fino a che non rientravi a casa.

P.S. di alcune foto  si ha il dubbio del soggetto, ad esempio la sala macchine sembra quella della centrale di..  ?? chi avesse notizie o foto mi contatti qui dai commenti.

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