Centrale di Santa Caterina di San Giovanni Suergiu CA

Centrale di Santa Caterina di San Giovanni Suergiu CA

Entrò in funzione nel 1939 e rimase attiva fino al 1963 per essere dismessa nel 1965

IMG_83200I primi anni dell’entrata in esercizio della centrale coincidono con gli anni della seconda guerra mondiale 1939 1945- (1940 entrata in guerra dell’Italia)

La Centrale di Santa Caterina di San Giovanni Suergiu (CA)

La Centrale di Santa Caterina  fu realizzata in pieno periodo fascista e soprattutto perché l’Italia era stretta dalla morsa dell’autarchia  e quindi si intensificarono, a parte l’agricoltura e pastorizia, la ricerca di fonti energetiche e lo sfruttamento di nuove miniere, infatti dal porto di S. Antioco  partiva il carbone destinato al continente.  La nuova centrale fu completata e quindi inaugurata nel 1939. Essendo in impianto potente e all’avanguardia i giornali di quel periodo diedero molto risalto  all’avvenimento. Era un fiore all’occhiello per il  fascismo, tanto che un poeta futurista Eugenio Caracciolo le dedicò dei versi:

Si trattava di un moderno impianto termoelettrico che dal 1939 al 1964  per prima  ha utilizzato quasi esclusivamente come combustibile carbone “Sulcis” polverizzato notoriamente avente un potere calorico basso e un’alta percentuale di zolfo e di silice, ma quelle erano le risorse di quel periodo storico. Nonostante tutto l’impatto ambientale a consuntivo era irrilevante, anche se, date le tecnologie del tempo, dai camini veniva immesso nell’atmosfera l’80% degli incombusti. Il rimanente era composto da ceneri pesanti che non venivano trattate ma solo trasferite a discarica ancora oggi visibile ai lati del canale di adduzione dell’acqua di raffreddamento dei condensatori delle turbine. L’impatto ambientale non è stato pesante poiché  la Centrale era ubicata in località abbastanza lontana dai centri abitati. Essendo poi il maestrale vento predominante, questi portava il “polverino” come venivano chiamati i fumi, nel golfo di Palmas pertanto in mare aperto disperdendone la concentrazione. Situazione tuttora verificabile, dato che le zone in prossimità della centrale sono nello stesso stato di quando l’impianto era in esercizio anzi forse sono peggiorate. Quando poi entrò  in funzione il quinto gruppo nel quale si poteva utilizzare carbone inglese con maggiore capacità calorica e meno scorie, la produzione dei fumi era molto bassa o addirittura assente quando si  utilizzava la nafta come combustibile.

 

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