Complesso delle dighe sul Taloro

Impianti idroelettrici della S.E.S  Dighe in Sardegna

L’ultima delle grandi realizzazioni della Società Elettrica Sarda furono le opere del Taloro. Si scelse una zona molto bella tra Gavoi, Ovodda, Olzai nel cuore della Barbagia, dai nomi suggestivi e curiosi: Gusana. Oddirolo, Cucchinadorza, Badu Ozzana e Benzone, Il cui significato nessuno ricorda più, magari era legato a nomi o fatti di un lontano passato. Gusana è una grande e profonda vallata con i suoi monti ricoperti di lentischio bruciati dal vento e rocce bianche. In questo paesaggio bello e selvaggio scorre il fiume Taloro in minuscole conche ed incredibili serpentine come pure Cucchinadorza  e Oddirolo. Il 15 luglio del 1958 i dirigenti  della Società Italiana per le strade Ferrate Meridionali (Bastogi) assieme ai massimi esponenti della Società Elettrica Sarda e della Società Idroelettrica del Taloro, loro consociata, fecero il sopralluogo  alla stretta di Gusana dove poi sorse il nuovo complesso idroelettrico. Queste opere portarono un grande cambiamento all’economia del luogo dove vi erano solo campagne, patrimonio di pastori che faticosamente conducevano le loro greggi. La costruzione di grandi dighe, l’apertura di gallerie e strade, l’edificazione di palazzine, installazione degli impianti elettrici e l’uso delle macchine richiedevano e avrebbero richiesto l’impiego consistente di mano d’opera. Molti abitanti della zona trovarono lavoro nei cantieri della Società del Taloro per cui da una vita da disoccupati o pastori  finalmente ritrovarono la loro dignità di uomini. Il loro prezioso lavoro lascerà una traccia importante in quanto le acque del fiume imbrigliate ed immagazzinate nelle dighe finalmente avrebbero potuto irrigare terre per secoli assetate. Il lavori iniziarono nel 1959 La prima delle tre dighe previste, alta novanta metri e lunga centotrenta  delimitava il lago di Gusana. Da qui le acque del Taloro tramite una galleria di circa quattro km scavata nella montagna venivano convogliate sino ad una condotta forzata metallica di trecentodiciassette m. con un salto di 300 m alimentando le turbine della prima delle tre  centrali idroelettriche della potenza oltre quarantamila kW. Questa centrale  è in caverna mentre le altre due sono esterne. Dopo questo primo salto l’acqua dal lago di Cucchinadorza  trattenuta da una diga più piccola alta cinquantuno m., tramite una galleria di 6300 m. e un’altra condotta forzata andrà ad alimentare una centrale della potenza di circa ventiseimila kW. Le acque del Taloro alla loro uscita formeranno il lago di Berzone, trattenute da un diga alta venticinque m.  da cui  tramite una galleria di 1960 m. e un’altra condotta forzata alimenteranno la terza centrale. Tutto l’impianto dei tre “salti” ebbe uno sviluppo di circa ventisei chilometri e un salto totale di 553 metri. Si sottolineò che le acque del Taloro non sarebbero state utilizzate solo a fini “elettrici” ma anche per l’irrigazione. Il terzo lago era provvisto di una stazione di pompaggio che avrebbe sollevato l’acqua a ottanta metri di quota per inviarla nei campi del medio Tirso. Questa imponente opera aveva una grande importanza per la trasformazione agraria e socio economica della zona e mediante una razionale irrigazione sottraeva tanti territori alla secolare siccità. A completamento, l’impianto  con una potenza installata di oltre settantaduemila kW, era quello a maggior capacità produttiva  allora motivo di grande orgoglio per la Sardegna anche in campo nazionale.

La prima centrale  entrò in servizio il quattro novembre 1961 esattamente a l compimento dei  50 anni della nascita della Società Elettrica Sarda. Nella lettera che la Società inviò ai suoi dipendenti in modo che tutti fossero partecipi dell’evento, si sottolineava, con orgoglio, che proprio in tale data per la prima volta veniva immessa in rete l’energia prodotta dal Taloro. Tutto il complesso fu completato nel 1962 praticamente in soli quattro anni. Voglio anche sottolineare il grande rispetto che ebbe la Società Elettrica Sarda per il territorio perché il fine ultimo era un suo miglioramento e il benessere dei suoi abitanti. Vicino alle dighe Tirso, Coghinas, Flumendosa e Taloro furono costruiti dei bellissimi villaggi  per i dipendenti che sembravano dei veri e propri luoghi vacanze. Ricordo infatti due settimane trascorse assieme alla mia famiglia ospite del Capo centrale del secondo salto del Flumendosa, si era immersi in mezzo ad una natura rigogliosa. Dietro le case scorreva un rio (Sa Teula?) con le sue acque chiare e trasparenti  dove abbiamo pescato qualche trota. Fu veramente una vacanza molto bella e rilassante. Ma anche questo fa parte del passato  e purtroppo  ormai sarà tutto abbandonato e come al solito in mano ai vandali.

Foto documentale e fotografica da “Mezzo secolo della S.E.S.

vedi anche: Complesso dighe del Flumendosa

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2 Risposte a “Complesso delle dighe sul Taloro”

  1. Salve,
    sono un ragazzo di Gavoi e ultimamente mi sono interessato alla storia della costruzione della diga Gusana, vicino al paese.
    Ho in mio padre 80enne un testimone oculare della costruzione ma gradirei avere, se le avete o sapete dove reperirle, foto della costruzione e magari schemi di progettazione.
    Ho divorato le informazioni di questo blog, complimenti davvero per voler lasciare una testimonianza della realtà idroelettrica sarda, poco conosciuta ai più ma importantissima per la storia del nostro popolo.
    Saluti

    1. Caro amico, ti ringrazio per l’interesse che dimostri per il mio blog, sopratutto perché hai colto lo spirito dei miei scritti, infatti ho voluto raccontare un po’ di storia del nostro popolo. Le notizie che possiedo sulla diga non sono tante però puoi trovare belle foto antiche sulla costruzione della diga e anche delle notizie tecniche e schemi proprio su “immagini nel sito dighe del Taloro cmq cercherò informazioni e nel caso te le comunicherò auguri per il tuo progetto ti saluto a presto

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