Impianti idroelettrici S.E.S dighe del Flumendosa

Dighe in Sardegna:  complesso delle dighe del Flumendosa

Voglio raccontare di una altra grande opera: l’impianto del Flumendosa. Questa grande opera iniziò nel lontano 1928. Costò gradi fatiche, ben ventuno vite di operai caduti e dieci miliardi di lire tanto fu il costo degli impianti del Flumendosa. I lavori subirono molteplici traversie sin dal loro inizio nel 1928, nel 1932 i lavori furono sospesi a causa della crisi che colpì tutto il settore industriale italiano, e nel 1943 per la guerra. Furono finalmente ripresi nel 1947 e completati rapidamente e il 4 dicembre 1949, l’avv. Luigi Crespellani, primo Presidente dell’Ente Regione appena sorto e il ministro dei lavori Pubblici inaugurarono i grandiosi impianti idroelettrici dell’alto Flumendosa. La cerimonia si svolge con semplicità, dopo la Messa al campo, il Ministro premette il tasto che fece irrompere l’acqua nelle macchine dando inizio all’immissione di nuova energia nella rete isolana. Ma passiamo alla descrizione degli impianti in modo semplice perché riportare tutti i numeri sarebbe molto noioso. Il sistema è estremamente interessante e come al solito molto accurato ed innovativo. Il fiume Flumendosa nasce dalle pendici orientali del Gennargentu, percorre un complesso geomorfologico piuttosto vario e accidentato costituito da scisti che ricoprono un’imponente massa granitica. A causa dell’erosione delle acque affiora per diversi tratti il granito soprattutto in corrispondenza delle alte valli che ne sono risultati ( le cosidette pentole dei giganti) o a più dolci pendii ricoperte, nel bacino dell’ Alto Flumendosa, da una delle più belle foreste di querce secolari. Dal granito sorgono talvolta degli alti crestoni rossi di roccia porfirica che proseguono per molti chilometri  e fanno dell’Ogliastra una  fra le zone più belle della Sardegna ( Abbiamo ricordato le famose rocce rosse ben visibili ad Arbatax).

Impianti  idroelettrici S.E.S dighe del Flumendosa

L’impianto è piuttosto complesso e la mole dei lavori è stata veramente notevole.   Si costruirono due invasi prodotti dagli sbarramenti  dei torrenti Bau Mela e Bau Mandara  allo scopo di sopraelevare le acque e deviarle dal loro corso naturale per immetterle nel serbatoio di Bau Muggeris ( invaso del Flumendosa ). Tali torrenti scorrono fra bellissimi graniti. Il primo sbarramento sul Bau Mela sorge su una stretta granitica bellissima, coperta sulle sponde da un bosco fitto ai piedi del Gennargentu, si tratta di una diga stretta a gravità rettilinea. Sull’ altro torrente, il Bau Mela, lo sbarramento e costituito da una sottile diga ad arco  leggermente strapiombante verso valle. Dagli sbarramenti sul Bau Mela e  Bau Mandara si formano due serbatoi le cui acque afferiscono in galleria al bacino del Flumendosa. L’opera di presa dal Bau Mela ha la soglia a quota 801,95  e dal suo imbocco, ha origine la galleria per Bau Mandara, lunga m. 1.247 scavata nel  granito, il secondo tratto di galleria che ha inizio da Bau Mandara con soglia a quota 797,79 e lunghezza m. 2.243 fino al suo sbocco nel serbatoio principale. Il fiume Flumendosa fu sbarrato alla stretta di Bau Muggeris con una diga del tipo a gravità alleggerita a vani interni – pianta rettilinea – muratura in calcestruzzo e cemento. A circa un chilometro dello sbarramento  è sistemata l’opera di presa della condotta forzata con un primo tratto orizzontale cui segue un tratto verticale (lungo 110 m.) sistemato in un pozzo a triplice scomparto (uno per la condotta gli altri due per l’accesso alla centrale con scale e ascensore) all’esterno della centrale in prossimità del pozzo si trovano i trasformatori e i servizi ausiliari. La centrale del primo salto è un esempio di centrale sotterranea costruita con tutti gli accorgimenti tecnici indispensabili per raggiungere la sistemazione migliore e creare un ambiente per le esigenze igieniche del personale di servizio e per la protezione e conservazione del macchinario.

Impianti idroelettrici S.E.S dighe del Flumendosa – Foto Gallery

Dal collettore del primo salto le acque sono condotte al secondo salto con una galleria lunga 7.363 m.  arrivano ad una vasca di compenso da cui si diparte la condotta forzata  lunga 1.150 m. con una discesa circa 200 m. anche questa centrale è in caverna ad una profondità di 50 m.  mentre all’esterno troviamo  i cinque trasformatori e la sottostazione all’aperto 120 KV. Lo scarico delle macchine è immesso nel rio Sa Teula sulle cui rive vi sono le abitazioni dei dipendenti. Dopo lo scarico delle acque il rio viene sbarrato con la dighetta detta appunto di Sa Teula da qui parte una galleria lunga 2.580 m. e una condotta forzata lunga 367 m, anche questa centrale è in caverna a 40 m. sotto il piano campagna alla quale si accede mediante un pozzo verticale diviso in quattro scomparti: condotta forzata, gru, ascensore e scale.  infine tramite una galleria di scarico lunga 1.672 m. si ha la restituzione delle acque al Rio Sa Teula. In totale gli impianti comprendono due centrali in pozzo (a 150 m. sotto il piano di campagna quella del primo salto e a 60 m. quella del terzo ) ed una in caverna, quella del secondo salto, quindici km di gallerie, un chilometro e mezzo di condotte forzate ed un salto geodetico di settecento metri. Due centrali del primo e terzo salto vanno in automatico e sono comandate dalla centrale pilota del secondo salto. Ancora una volta questi impianti rappresentavano in campo nazionale un esempio di progresso tecnico  e di opere di avanguardia.

Fonte fotografica “Mezzo secolo della S.E.S.”  Fonte documentale “Gruppo elettrico sardo – Impianto Flumendosa”

13542 Total Views 4 Views Today