Impianti idroelettrici della S.E.S. La diga Santa Chiara sul Tirso

La prima diga costruita in Sardegna

Per conoscere il percorso della Società è certamente importante raccontare come iniziò la costruzione della ormai famigerata diga del Tirso che praticamente ne divenne il logo. Naturalmente si dovette seguire un lungo iter ma fortunatamente ci furono  uomini  politici di grande valore, come l’on. Carboni Boy che fu relatore alla camera della Legge Tirso, che prospettarono al Governo la necessità urgente  di affrontare  gli importanti problemi della regolamentazione delle acque, della trasformazione fondiaria, dell’industrializzazione, dell’agricoltura e della distribuzione dell’energia elettrica. Tante furono le discussioni in Parlamento. A questo punto l’ing. Omodeo che allora era a capo dell’ufficio tecnico del Genio Civile di Cagliari con i suoi rilevamenti e studi nel 1910 varò i primi positivi progetti. E su sua iniziativa, coadiuvato dall’ing. Lodolo, nel 1911 venne costituita la Società Elettrica Sarda. Nel 1913 si costituì la Società Imprese Idrauliche  Elettriche del Tirso con la partecipazione degli stessi gruppi fondatori della S.E.S. Ma bisognerà attendere fino al 1919 ossia fino alla fine della guerra per poter dare inizio ai lavori del nuovo impianto. Nel frattempo  nel 1917, l’ing. Dolcetta era stato nominato Amministratore delegato della  S.I.I.E.T. L’impresa presentava tante difficoltà, mancava la manodopera specializzata, i mezzi di trasporto e non meno importante l’infestazione malarica. Forse fu un grande amore per la Sardegna sempre abbandonata  e solo sfruttata senza che essa ne potesse avere dei benefici e che dopo attenti studi, si iniziò la grande opera di innalzamento della diga del Tirso. Fu un’opera veramente importante perché la sua attuazione era volta sia alla produzione dell’elettricità ma soprattutto, essendo posta al centro della Sardegna, portava l’irrigazione in quelle lande aride e desolate. Non solo, furono acquistati 9000 ettari di terreno nella zona dell’oristanese, fino ad allora regno di paludi e malaria, e si eseguirono importanti opere di bonifica con la costruzione di una grande idrovora di Sassu. La S.E.S.  capì che costituzione di un grande bacino avrebbe portato immensi benefici con l’irrigazione di queste terre assetate, avviò quindi un programma per l’utilizzazione delle acque del Tirso e costituì la Società Bonifiche Sarde, questa società operò su una vasta superficie di terreno rendendola fertile e rinnovata nelle culture (siamo nel 1961) la Società riteneva che l’acqua del Tirso fosse ancora parzialmente inutilizzata. Nel 1928 fu inaugurato il Villaggio di Mussolini e successivamente prese il nome di Mussolinia ed infine nel 1944 si chiamò Arborea suo nome attuale. Per dovere di cronaca nel 1947 iniziò la campagna antimalarica con il famoso D.D.T. ne ricordo ancora l’odore, si irroravano campi, acquitrini e le case, comunque la malaria, piaga terribile, venne sconfitta. Ricordo ancora a Santa Caterina, nel muro d’ingresso, il quadrato con la scritta in nero dove figurava la data della disinfestazione. Inoltre, come si sa, ad Arborea vennero inviati i coloni veneti che con il loro lavoro trasformarono la zona in un  territorio fiorente e produttivo come lo è tuttora.

Impianti  idroelettrici  della S.E.S.  La diga Santa Chiara sul Tirso

 

 

Ma ritorniamo alla nostra diga, la costruzione presentava tante difficoltà causa l’infestazione malarica, si dovette provvedere a migliorare le condizioni igieniche prosciugando  alcune paludi. Si costruì un strada di 12 km per raccordare i cantieri alla stazione ferroviaria di Abbasanta un villaggio operaio. Per i servizi di cantiere si costruirono 23 km di strade, 12 km ferrovie a scartamento ridotto, 8 km di ferrovie decauville, 1 km di canali e 3 km di condotti e di drenaggio. La diga sbarrava il fiume in località “Passo della Barca” e fu al suo tempo un’opera di ardita ingegneria ( ne parlo al passato perché di questa diga oramai restano solo le vestigia ma esistono tante foto per non dimenticare cosa ha rappresentato per la Sardegna).Nel 1923, anno della sua ultimazione, era, nel suo genere la più grande diga, di questo tipo, nel mondo e il bacino artificiale che creava era il più grande d’Europa. Era una costruzione tipo ad archi multipli, pianta rettilinea e speroni in muratura di pietrame e volte in calcestruzzo. Lo sbarramento aveva una lunghezza al coronamento di 260 m. un’altezza sulle fondazioni di m. 70, quota massima dell’invaso m. 109. Nel suo interno trovava la sua sistemazione la centrale, con quattro vani adiacenti, dove trovano  collocazione le sale macchine  ed infine un quinto vano dove era collocato il quadro di manovra  e il quadro a 70 KV. il dislivello era  di m. 54 max e  m. 27 min. Nel 1923 dopo soltanto quattro anni dall’inizio dei lavori entrò in funzione la Centrale di Santa Chiara. La sua inaugurazione avvenne solennemente alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, il 28 aprile 1924. Racconta la cronaca: “Dopo aver stretto la mano alle autorità, Sua Maestà si reca, attraverso il ponte, sulla diga, al  limite della parte destra del lago dove sulla roccia appare scolpita una lapide per l’occasione ornata di alloro e nastri tricolori”. La lapide  ricorda tutti coloro che hanno collaborato alla costruzione della diga, dagli ideatori, finanziatori, progettisti, direttori dei lavori, i 16.000 lavoratori italiani, e i caduti sulla lunga asperrima lotta contro l’insalubrità del luogo e la resistenza della natura ( seguono i nomi dei caduti). Infine l’arcivescovo di Oristano celebrò una Messa solenne e benedisse i lavori e nel suo breve discorso  si rivolse alla gente sarda che dal quel giorno iniziava il faticoso cammino della ” rinascenza” così si chiamava allora ma poi si chiamò “rinascita” . Questa è in breve la storia di una grande opera e di una grande diga che non esiste più e che tanti benefici apportò alla nostra Isola.

Fonte documentale e fotografica da “Mezzo secolo della S.E.S.”

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4 Risposte a “Impianti idroelettrici della S.E.S. La diga Santa Chiara sul Tirso”

  1. Ho letto quanto riportato. Tutto molto interessante. Se volessi visitare i luoghi è possibile? L’eventuale visita alla diga e magari ai paesi limitrofi al lago dovrebbe (potrebbe) essere fatta da un gruppo di persone (pensionati quasi tutti e soci dell’Università della 3a età di Sanluri).
    Per ora faccio i complimenti e spero di avere vostre notizie! Ciao
    Armando Masala
    blog sardo sono

    1. ciao ti ringrazio per il commento. Ho voluto far conoscere qualcosa della nostra storia passata che forse molti ignorano. La proposta di visitare i vari luoghi sarebbe molto interessante ed è uno dei miei desideri ma al momento la cosa non è fattibile causa problemi fisici, ma spero poterla prendere in considerazione nel prossimo futuro.
      A presto MArinella

    1. Ciao sono entrata nel tuo blog è veramente interessante complimenti!! vedo che anche tu ti interessi alla storia della nostra isola
      ci sentiamo presto
      Marinella

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